La mondatura del riso, ovvero l’eliminazione di piante infestanti, è un operazione che fino a circa gli anni ’60 del XX secolo avveniva manualmente dalle mondine. A partire da Maggio, un mese dopo la semina del riso, quando questo comincia a germogliare, nutriti gruppi di donne si spostavano dai loro paesi per raggiungere le risaie del nord-ovest italiano. Il periodo della monda durava normalmente dai 45 ai 50 giorni, fino alla fine di giugno, ma poteva protrarsi, in casi eccezionali, fino al 15 o al 20 di luglio.

Silvana Mangano in "Riso amaro" (1949) di Giuseppe De Santis
Silvana Mangano in “Riso amaro” (1949) di Giuseppe De Santis

Il lavoro era faticoso e logorante, obbligava le lavoratrici a passare la giornata chine, con le mani perennemente nell’acqua e infastidite da insetti di ogni tipo. In queste condizioni così malsane l’incidenza di malattie croniche, quali dolori reumatici dovuti all’umidità, e malattie infettive causate dalle punture di insetti (ai tempi la malaria era ancora presente sul nostro territorio), era molto elevata. La giornata lavorativa cominciava alle cinque di mattina, e durava dalle 10 alle 12 ore. Solamente dopo lo sciopero avvenuto il giugno del 1906, in alcuni comuni vercellesi, novaresi e pavesi, le mondine conquistarono le otto ore giornaliere di lavoro.

Nel contratto collettivo, oltre alla retribuzione, era previsto anche che ad ogni lavoratrice fosse corrisposto un chilogrammo di riso bianco originario, possibilmente di produzione locale.

“In risaia” (1901) di Angelo Morbelli.
“In risaia” (1901) di Angelo Morbelli.

La divisa delle mondine era caratteristica, infatti doveva svolgere diverse funzioni, ed era composta da: calze di cotone senza piede e fazzoletto tirato sul viso, a protezione contro le punture degli insetti; cappello a larghe tese per ripararsi dal sole; la gonna arrotolata in vita per facilitare i movimenti ed evitare che si bagnasse.

Famose sono le canzoni che le mondine intonavano sia per alleviare le fatiche del lavoro che per scandirne i tempi. I temi erano tra i più disparati: canzoni di protesta contro le pessime condizioni lavorative (“Se otto ore vi sembran poche, provate voi a lavorar, e proverete la differenza tra lavorare e comandar.“), canzoni d’amore verso fidanzati o mariti, la tristezza per la lontananza dai propri affetti.

Le risaie fanno da contorno anche ad alcuni film neorealistici quali “Riso amaro” del 1949 diretto da Giuseppe De Santis, dove una splendida Silvana Mangano interpreta proprio una mondina o come “La risaia” film del 1956 diretto da Raffaello Matarazzo. Anche diversi artisti italiani furono catturati dal fascino delle mondine, alcuni esempi sono “Le mondine in Polesine” (1885) di Ettore Tito; “Mondine” (1951) di Tettamanti Ampelio o “In risaia” (1901) di Angelo Morbelli.

 

 

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