Alzata con prugne, pere e una rosa 1602 ca
Alzata con prugne, pere e una rosa 1602 ca

Fede Galizia è una pittrice milanese vissuta a cavallo tra il XVI e il XVII secolo. Di lei non si conosce molto, si pensa sia nata nel 1578 a Milano dove il padre, Nunzio Galizia, si era trasferito dalla città di Trento per aprire una bottega d’artigianato di lusso. Impara l’arte dell’incisione e delle miniature dal padre, ma la sua bravura si esprime prevalentemente nella ritrattistica. La sua formazione è da autodidatta, senza la volontà di seguire un particolare stile o artista. Fatica molto ad affermarsi come artista, ma grazie ad una fitta rete di contatti riesce a far conoscere le sue opere anche all’estero. Importante fu l’interessamento di Guidantonio Arcimboldi, prelato di Milano, che portò alcuni quadri della Galizia alla corte praghese di Rodolfo II, dove furono molto apprezzati.

Alzata di vetro con pesche, fiori di gelsomino, mele cotogne e una cavalletta XVII secolo
Alzata di vetro con pesche, fiori di gelsomino, mele cotogne e una cavalletta XVII secolo

La maggior parte delle opere della pittrice sono ritratti, ma si cimentò anche in opere religiose, mitologiche e nature morte. Prima della Galizia, i soli a elevare gli oggetti a protagonisti della tela e non a utilizzarli come mero contorno furono Michelangelo Merisi da Caravaggio con “La canestra di frutta” e Ambrogio Figino con “Il piatto di pesche”. Nelle nature morte di Fede Galizia compaiono prevalentemente frutti accompagnati da fiori e animali. Fonte di ispirazione per le sue nature morte pare sia stato il quadro di Giuseppe Arcimboldi “Ritratto di Rodolfo II nei panni di Vertumno”, esposto nel 1590 a Milano. Tra le sue nature morte più famose ricordiamo “Natura morta con mele e pesche” esposta al Metropolitan Museum of Art di New York e “Natura morta con alzata di pere” esposta al Museo civico Amedeo Lia di La Spezia.

Cesto in ceramica con uva, prugne e pere XVII secolo
Cesto in ceramica con uva, prugne e pere XVII secolo

Fede Galizia morì probabilmente di peste durante l’epidemia che colpì Milano nel 1630.

 

 

 

 

 

 

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