culatello-di-Zibello-logoIl Culatello di Zibello è un insaccato tipico del nord Italia. La zona di produzione è quella della Bassa Parmense, nei comuni di Polesine, Busseto, Zibello, Soragna, Roccabianca, San Secondo, Sissa Trecasali e Colorno. Gli allevamenti dei suini destinati alla produzione del Culatello di Zibello devono essere di origine lombarda ed emiliana. Infatti i suini nati, allevati e macellati in queste regioni sono conformi alle prescrizioni già stabilite a livello nazionale per la materia prima dei prosciutti di Parma e San Daniele. Gli allevamenti devono attenersi alle stesse prescrizioni per quanto concerne razze, alimentazione e metodologia di allevamento.

Cantina_dei_culatelli_di_ZibelloLa carne utilizzata per il Culatello è quella della parte posteriore della coscia del suino. Le parti rimanenti serviranno per ottenere il cappello del prete e il fiocchetto. Secondo le regole stabilite dal Consorzio di Tutela, i suini devono essere macellati ad un’età di 14 mesi (sono esclusi verri e scrofe) e la loro alimentazione deve essere costituita da prodotti naturali come siero, granone, orzo e crusca. La lavorazione delle cosce deve avvenire in un periodo compreso tra il 20 ottobre e il 28 febbraio. La carne viene dapprima rifilata e legata, quindi, dopo essere stata salata a caldo, subisce un energico massaggio con sale, pepe, aglio e lambrusco. Infine viene posta in una vasca d’acciaio in pendenza, in modo che l’acqua e il sangue possano defluire. Dopo circa sette ore il Culatello viene di nuovo massaggiato e messo a riposo. Successivamente il pezzo della coscia viene inserito in una vescica di maiale, precedentemente messa a bagno in acqua e aceto, e insaccato. Infine viene messo a stagionare in un luogo umido. La stagionatura non deve durare meno di dieci mesi.

Anche se la sua diffusione è abbastanza recente, le origini del Culatello sono antiche. Si narra Culatello-di-Zibello-(stagionato)che nel 1332, al banchetto di nozze di Andrea dei Conti Rossi e Giovanna dei Conti Sanvitale, si facessero apprezzare alcuni Culatelli, recati in dono agli sposi e che i Pallavicino avessero offerto omaggi di Culatello a Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano. Di queste storie, purtroppo, non c’è testimonianza scritta. Il primo documento ufficiale dove compare il Culatello è il “Calmiero della carne porcina salata”, un documento del 1735 emesso dal Comune di Parma, in cui vengono elencati una serie di prezzi relativi ai salumi. ll poeta dialettale parmigiano Giuseppe Callegari, in una sua novella del 1818, citò il Culatello come una specialità servita addirittura in Paradiso.

Il Culatello di Zibello ha un sapore molto delicato, profumo persistente e una dolce fragranza derivante dalla limitata aggiunta di sale: il miglior abbinamento è con del semplice pane e un bicchiere di buon vino.

 

 

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