img-7Ad aprire l’uscio “…della villa a forti linee dominanti, visibile da lontano in armonia con il grandioso territorio”, che da sogno si è fatta realtà, oramai non ci son più i Conti Arturo e Herta Ottolenghi, e nemmeno il loro figlio Astolfo, bensì Vittorio Invernizzi che in tempi rapidissimi ha cancellato i segni lasciati da trent’anni di abbandono e ha restituito al territorio la Villa Ottolenghi in tutto il suo rinnovato splendore.

Una sapiente opera di recupero che ha permesso di mettere in luce quanto i “grandi solisti”, che hanno lavorato nella villa sotto la direzione della famiglia Ottolenghi, siano stati capaci di comporre una sinfonia che si chiama “stupore”. Si tratta di quello stupore che di fronte a meraviglia rischia di far rimanere muti, non nel senso etimologico del volgar toscano “come uno sciocco”, muti perchè vibrano le corde più intime dell’animo, muti perchè si assapora la sensazione del bello, dell’incatesimo da non spezzare e muti per non essere distratti mentre la memoria scatta fotogrammi da poter gelosamente custodire.img-6

Dal Giardino Formale, e dal parco – unico esempio visitabile di un capolavoro di Piero Porcinai, che ha valso a Villa Ottolenghi il 1° Premio dell “European Garden Award” del 2011 – alle lumachine in bronzo che camminano lungo le inferiate delle finestre delle cucine, omaggio di un artista ad una cuoca brava ma lenta; dall’incredibile cisterna, detta Forte delle Acque, che è di per sé un’opera dentro l’opera, al profumo della mentuccia dei tappeti erbosi; tutto, proprio tutto, diventa “una caccia alle note” lasciate dagli architetti, dagli artisti , dai paesaggisti e dagli artigiani, che solo oggi, dopo tempi di oblio, nuovamente possono esplodere in una rinnovata armonia tale da chiedersi, stabilito che non è la genetica ad accomunare gli “Ottolenghi” agli “Invernizzi”, se non sia un qualche magnetismo del luogo ad attrarre coloro che possiedono un’innata vocazione per il bello.

img-11Mossi da un pensiero che dà il benvenuto alla villa: ”L’arte è una scienza, non si improvvisa né si accontenta, è un duro e sistematico lavoro” (Leonardo Da Vinci) giorno dopo giorno fervono attività che non si limitano al contenitore ma anche ai suoi contenuti, con la cultura e l’arte quale alveo naturale da cui da sempre Villa Ottolenghi fa scorrere il prorpio cammino, e grazie all’intensa collaborazione con il Comune di Acqui Terme Assesorati Cultura e Turismo, tradizionale motore di grandi eventi, Vittorio Invenizzi si fa promotore di numerosi appuntamenti culturali di alta qualità che spaziano dal sentirsi partecipi e ospiti dei Conti Ottolenghi godendo della qualità della loro vita, dall’equità dei loro rapporti con gli altri, dagli eventi del Premio “AcquiAmbiente” e della mostra titolata ai “Maestri Ferrari”.img-13

Un unicum culturale a cui si aggiungono appuntamenti per la valorizzazione del patrimonio enogastronomico quali “Cantine Aperte”, per far apprezzare i vini Borgomonterosso prodotti dalle uve coltivate nei vigneti adiacenti alle mura della villa. Si è pronti a dipingere un nuovo quadro perché pare sia proprio Villa Ottolenghi stessa a pretendere che la sinfonia “stupore” continui ad arrichirsi di sempre nuove note

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