Nella storia non c’è stato posto per la forchetta se non in tempi recenti. Nei millenni ci si è forchette-in-bronzosempre serviti delle mani o di coltelli appuntiti per portare il cibo alla bocca. I Romani a tavola usavano il coltello oppure le dita, le prime tre della mano destra, spesso ricoperte da ditali d’argento per non sporcarle. Esistevano già delle primitive forchette a due o tre rebbi, ma venivano usate poco e solitamente per il consumo della frutta. Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e la conseguente invasione barbarica anche la forchetta seguì lo stesso declino. Diversamente in oriente questo oggetto continuò ad essere utilizzato.

Ice_cream_fork,_Shreve_&_Company,_Iris_service,_silver,_1903-1917Nel Medioevo la forchetta non veniva praticamente usata, anzi, era considerata un oggetto eccessivamente lussuoso e peccaminoso. L’uso della forchetta produsse un enorme scandalo quando, intorno all’anno Mille, la nipote dell’imperatore d’Oriente Costantino VIII, Maria, sposa del figlio del doge veneziano Pietro Orseolo II, usò una forchetta d’oro durante una cena. Il fatto scatenò lo sdegno del monaco, successivamente fatto santo, Pier Damiani, il quale condannò senza appello la povera donna per i suoi istinti peccaminosi e demoniaci. Fino alla metà del Quattrocento, a Firenze, l’uso della forchetta veniva guardato con ostilità e considerato in qualche modo trasgressivo.

La svolta, ossia l’imporsi dell’uso della forchetta singola come simbolo di buone maniere si verificò solo nel ‘500 con l’avvento del Rinascimento. Nel 1581 Michel de Montaigne compì il suo viaggio in Italia rilevando, tra le altre abitudini, l’uso quotidiano della forchetta individuale; ospite a Roma del Cardinale De Sans, lo scrittore francese constatò la presenza in tavola di cucchiaio, coltello e forchetta, sistemati tra due salviette insieme al pane, al posto di ciascun commensale. Dalle corti italiane la forchetta si diffuse lentamente in Europa, dove ancora nel Seicento gli aristocratici mostravano resistenze ad abbandonare l’uso delle dita, come testimoniano le tradizioni della corte di Luigi XIV.

forchetta

L’uso diffuso della forchetta giunge oltre la metà del ‘700, quando apparvero gli spaghetti forchetta-per-spaghetti(vermicelli). Le forchette di quei tempi avevano due o tre rebbi molto appuntiti, poco adatte per il consumo di pasta che non veniva dunque consumata durante i pasti ufficiali. Ferdinando II di Borbone, personaggio ghiotto di maccheroni, incaricò il proprio ciambellano di corte, Gennaro Spadaccini, di risolvere questo problema. Spadaccini introdusse un quarto rebbio e ridusse le dimensioni dei forchettoni allora in uso, risolvendo in tal modo il problema dei maccheroni a corte, che si diffusero anche sulle tavole della nobiltà. E così si creò la forchetta che tutt’ora utilizziamo, immancabile strumento sulle nostre tavole.

 

 

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