Tra i prosciutti crudi il prosciutto di Parma DOP, il prosciutto con la corona, è sicuramente il più conosciuto e apprezzato anche a livello internazionale. Prodotto su tutto il territorio della provincia di Parma, la carne suina proviene esclusivamente da allevamenti italiani.
L’allevamento suino nel nostro paese è antico, e in Pianura Padana è datato attorno al periodo celtico. Fin dai tempi dei romani i territori facenti parti dell’attuale provincia di Parma, che ai tempi facevano parte della Gallia Cisalpina, erano rinomati per l’allevamento suino e la preparazione dei prosciutti salati, come testimonia anche Catone nel suo De Agricoltura del II secolo a.C. È solo a partire dal tardo Medioevo, però, che il mestiere viene ufficialmente riconosciuto, e viene istituita la corporazione dei lardaioli. Riferimenti al prosciutto di Parma si trovano nel Libro de Cocina della seconda metà del Trecento, nel menu delle nozze Colonna del 1589, nei testi di Carlo Nascia, cuoco di Ranuccio Farnese, scritti a metà del XVII secolo. La lunga tradizione nella produzione di prosciutti fu molto probabilmente influenzata dalla presenza nella zona di Parma di sorgenti saline come ad esempio quelle di Salsomaggiore.
Il prosciutto di Parma presenta un sapore dolce grazie alla bassa presenza di sale. Dopo la salatura e un breve periodo di riposo, la superficie viene cosparsa di sugna, il grasso surrenale dello stesso maiale. Questo garantisce una lenta asciugatura, così che il produttore può stagionare la coscia per lungo tempo, almeno 12 mesi, aggiungendo poco sale. Oltre al sale non sono ammessi altri conservanti.
Il suo sapore delicato e l’aroma caratteristico rendono il prosciutto di Parma DOP un ottimo alleato in cucina: può essere servito come antipasto accompagnato a del melone o dei fichi, oppure usato per coprire arrosti e mantenerli morbidi durante la cottura.