La regione Puglia è negli ultimi mesi al centro della cronaca a causa dell’epidemia che sta decimando i suoi ulivi. Complesso del disseccamento rapido dell’ulivo, questo è il nome della patologia che sta decimando gli ulivi pugliesi. Come mai questa patologia è così temuta da essere dichiarata calamità naturale?
Il complesso del disseccamento rapido dell’ulivo, abbreviato in CoDiRO (Olive Quick Decline Syndrome) è una fitopatologia che colpisce le piante di ulivo (Olea europaea) provocando, inizialmente, la bruscatura delle foglie, ovvero il disseccamento del lembo, che si protrae successivamente ai rami e, infine, a tutta la pianta. Il principale patogeno che scatena questa malattia è Xylella fastidiosa. Questo batterio si insedia nello xilema, ovvero in un “vaso sanguigno” delle piante che ha la funzione di portare l’acqua e i sali minerali che le radici assorbono alle foglie, ostruendolo e impedendo così il trasporto delle sostanze essenziali per la sopravvivenza della pianta. X. fastidiosa è originaria degli stati meridionali degli U.S.A. e del sud America, dove le temperature miti ne consentono la proliferazione. Nel bacino mediterraneo era sconosciuta fino agli inizi del 2000, quando è stata importata probabilmente a causa di una pianta ornamentale. Il contagio avviene grazie a degli insetti vettori, alcune cicadellidi, tra cui il principale è Philaenus pumarius,comunemente conosciuto come Sputacchina Media. Questi insetti hanno un apparato boccale che consente di forare il legno e di nutrirsi della linfa degli alberi propagando, inconsapevolmente, il batterio tra tutte le piante di cui si nutrono. Oltre all’ulivo, il ceppo salentino di X. fastidiosa, la sottospecie pauca, infetta in natura mandorlo, ciliegio, oleandro e ginestra. Fortunatamente non pare infetti anche agrumeti e vite, al contrario di un parente stretto, la sottospecie fastidiosa, presente prevalentemente in California, che provoca nelle viti la malattia di Pierce.
Al momento non esiste cura per questa infezione, e l’eradicazione di questo parassita dall’area è praticamente impossibile perché significherebbe l’eliminazione totale di tutte le piante e tutti gli insetti presenti nell’area, senza, per altro, nessuna garanzia. L’unica soluzione possibile è il contenimento dell’organismo nocivo come riportato dall’art. 16 della Direttiva 2000/29/CE, in maniera da evitare la diffusione tra le piante di ulivo di altre aree.