Lo gnocco fritto, o come si usa più spesso il gnocco fritto, è un piatto tipico dell’Emilia Romagna. Sul nome non tutti sono d’accordo, infatti cambia di provincia in provincia. Nelle province di Modena e Reggio Emilia viene chiamato semplicemente gnocco fritto o gnòc frett in dialetto. In gran parte della provincia di Parma è conosciuto come torta fritta e nella provincia di Ferrara viene chiamato pinzino. Nel Bolognese è la crescentina. In provincia di Piacenza è tradizionale dell’area nord-orientale, dove è conosciuto con la dizione dialettale di chisulén, italianizzato in chisolino.gnocco-fritto

Si tratta di un impasto simile a quello del pane, al quale può essere aggiunto del lievito, come nelle ricette bolognesi, oppure dell’acqua gasata, come tradizione a Modena. La pasta viene poi stesa, tagliata a forma di rombi e fatta friggere nello strutto.

La ricetta dello gnocco fritto risale al periodo del dominio dei longobardi, la cui cucina era ricca di grassi e faceva largo uso dello strutto. Fino a dopo la metà del ‘900 lo gnocco fritto ha rappresentato sia il cibo tradizionale di strada delle feste popolari, sia uno degli alimenti della colazione contadina durante il periodo invernale, quando veniva ucciso il maiale e c’era abbondanza di strutto, ingrediente insostituibile per una buona riuscita della ricetta.

Lo gnocco fritto è un alimento particolarmente versatile che ben si presta ad essere consumato in ogni momento della giornata: dalla colazione gustato da solo, alla merenda arricchito con marmellate o crema di nocciole oppure come aperitivo con verdure in pinzimonio, salumi e formaggi molli. Assieme allo gnocco fritto sarebbe consigliato bere un bicchiere di Lambrusco emiliano.

 

 

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