La Sardegna, grazie al clima temperato, con inverni miti, presenta le condizioni ideali per la coltivazione dello zafferano. Lo zafferano è una spezia che si ricava dai pistilli di una pianta erbacea, la Crocus sativus, dai fiori di color viola acceso. La zona di coltivazione dello zafferano di Sardegna è quella della provincia del Medio Campidano, nel sud della regione. In questa zona, le condizioni ambientali e la lunga tradizione della coltivazione dello zafferano, consentono la produzione di un prodotto dalle caratteristiche organolettiche uniche. Rispetto ad altre tipologie di zafferano, quello sardo presenta un’alta concentrazione di sostanze, quali la crocina, la picrocrocina e il safranale che donano al prodotto una colorazione intensa ed un sapore ed un aroma particolarmente pronunciati.
La coltivazione di zafferano ha origini antichissime, è stato, infatti introdotto sull’isola dai fenici. La prima testimonianza della commercializzazione dello zafferano si ha nel XVI secolo. Nel Regolamento del Porto di Cagliari del 1317 è contenuta una norma per disciplinare l’esportazione degli stimmi. L’utilizzo principale era come tintura per stoffe, ma è a partire dal XIX secolo che l’utilizzo viene esteso alle preparazioni culinarie. A lungo indicatore dello stato sociale delle famiglie, oggi è una preziosa occasione per integrare il reddito.
Lo zafferano viene utilizzato molto in cucina, soprattutto come colorante naturale. Viene usato nei risotti e nel pane, per dare colore e aroma. Nella cucina sarda è usato in molte ricette ad esempio nella fregua (delle palline di pasta di semola) oppure nel su succu (una minestra asciutta di tagliolini). Usato nelle preparazioni dolciarie, aromatizza dolci a base di ricotta come le pardulas. Lo zafferano di Sardegna DOP può essere usato anche per la preparazione di liquori o di vini speziati.