Il Nanassino è un liquore a base di fichi d’India e alcol. Il fico d’India è un frutto originario della Cordigliera delle Ande e delle Sierre messicane e fu probabilmente introdotto in Spagna da Cristoforo Colombo (da qui il nome “fico d’India”, Colombo era convinto di essere sbarcato in India e non in un nuovo continente). In Italia sono stati, molto probabilmente, i Saraceni a introdurlo e adesso possiamo trovarlo lungo i litorali rocciosi della Sicilia, della Calabria e del Salento.
Il Nanassino è un prodotto tipico della provincia del Salento, della costiera amalfitana e del Cilento. Viene prodotto esclusivamente per uso familiare nella zona costiera dove c’è abbondanza di coltivazioni spontanee di fichi d’India. Il liquore era prodotto in piccole quantità dalle famiglie benestanti che lo offrivano in occasioni particolari e nelle festività.
Ciò che distingue il Nanassino da altri liquori a base di fichi d’India è che viene prodotto solo con le bucce dei frutti senza la polpa. Viene preparato partendo dalle bucce ben ripulite. I frutti migliori vengono raccolti maturi a fine agosto, inizio di settembre. Le bucce vengono messe in infusione in alcol a 95° per circa due settimane. In seguito si filtra l’infuso e si aggiunge lo sciroppo composto da pari quantità di acqua e di zucchero, la quantità viene decisa in base al grado alcolico che si vuole ottenere. Per la preparazione con un litro d’alcol vengono usati circa 10 frutti. Il liquore che ne risulta è di colore giallo, più o meno intenso a seconda dei frutti usati e dal sapore dolce, con note che ricordano il fico d’India.
Il Nanassino può essere consumato dopo il pasto accompagnato con dei biscotti agli agrumi, oppure, usato come bagna per torte o per aromatizzare dei biscotti o delle creme.